TrainaTraining è una iniziativa presa dagli amministratori del gruppo facebook "traina costiera con artificiali". Ci rivolgiamo a tutti gli appassionati della traina, in particolare ai principianti e tutti coloro che vogliono perfezionarsi nella disciplina. Il corso TrainaTraining è completamente gratuito ed è online.

In questa prima lezione verranno trattate le informazioni base che permettono di impostare correttamente un'uscita proficua. Ricordo, la prima volta che ho provato a trainare con un'imbarcazione a motore, che il primo pensiero affiorato alla mia mente è stato: "ed ora dove vado? Come inizio?". Prima di allora avevo provato con successo a trainare con un kayak minuscoli minnow sulle zone costiere che frequentavo quando praticavo pesca in apnea. Conoscevo quei fondali come le mie tasche e sapevo come arrivare sui branchi di occhiate con una precisione matematica. Prendevo i riferimenti direttamente osservando il fondale dalla mia posizione. In base alle condizioni meteo, potevo immaginare quale colorazione del minnow sarebbe stata più adatta, se le occhiate avrebbero pescato in superficie o fonde, se avrei trovato esemplari più grossi o solo le piccole occhiate stanziali che abitavano gli spacchi nella roccia sottostante. Col gommone motorizzato era tutto diverso: bastava uscire poco fuori che perdevo ogni riferimento visivo con il fondo, le correnti più al largo erano imprevedibili e non riuscivo a capire cosa mi sarei dovuto aspettare. Andai a zonzo a velocità differenti per un'intera estate senza catturare nulla. Mi attrezzai con un GPS cartografico che mi indicava la batimetrica e la posizione. Così potevo individuare fondali che franavano o risalivano, ma a poco servivano i riferimenti del fondale se fai traina di superficie. Questa è la situazione che ogni trainista che si rispetti incontra, o ha incontrato, quando si accingeva a compiere i primi passi. Imparare a "leggere il mare" significa riconoscere e decifrare mille piccoli indizi che sfuggono a chi esegue le azioni meccanicamente, affidandosi esclusivamente al caso. 




I GABBIANI

I gabbiani sono dotati di una vista ed un udito superiori a quelli dei sensi umani. In più hanno il vantaggio di poter scandagliare dall'alto la superficie del mare volando a velocità sostenuta. In pratica riescono ad esplorare ed esaminare intere aree cogliendo le schiumate, le specchiate e le situazioni che offrono loro opportunità alimentari. Ci sono almeno 4 comportamenti di questi uccelli che il pescatore può osservare per comprendere meglio cosa accade nel mare.

1) Gabbiani appollaiati in gruppo a riva o sui promontori delle coste che cadono a picco

Probabilmente quel giorno non ci sono le condizioni che favoriscono un passaggio di pesci foraggio o di predatori. I gabbiani colgono o sanno riconoscere queste condizioni e preferiscono risparmiare energie per momenti più fruttuosi. Ogni qualvolta che nella mia zona i gabbiani si riuniscono in gruppi sulla riva, non ho catturato nulla.

2) Gabbiani appollaiati sul pelo dell'acqua

A volte i gabbiani sono riuniti in solitaria o insieme ad altri simili in qualche punto. Apparentemente sembra tutto tranquillo, ma il 90% delle volte se trainiamo a distanza tale da rimaner loro vicini senza farli volare via, qualcosa abbocca. Se non dovesse abboccare, segnate comunque il punto sul vostro GPS e tornate in altre occasioni. Il più delle volte i gabbiani memorizzano le zone di caccia privilegiate dei pesci ed attendono lì. Io ho anche un'altra teoria al riguardo: ho il sospetto che loro riescano a scorgere una mangianza sommersa. Allora attendono che del cibo emerga oppure iniziano a defecare (proprio così) per attirare il pesce foraggio più a galla. 

3) Gabbiani in perlustrazione o in attività frenetica

Il più delle volte incontreremo gabbiani in pattugliamento aereo che ci sorvolano o che fanno ricognizioni. La regola vuole che se due o più gabbiani isolati volano verso lo stesso punto, è in corso una mangianza o altra opportunità alimentare. I gabbiani si dirigono nel punto che hanno individuato o udito, però attenzione: vi possono condurre anche verso carcasse galleggianti oppure verso qualche peschereccio. Di solito quando i gabbiani avvistano un pesce in movimento perdono quota, hanno gli occhi puntati verso il basso e si mettono a volare radendo il pelo dell'acqua a zig zag, inseguendo le specchiate dei pesci. A traina è difficile inseguire o intercettare pesce in queste situazioni, ma almeno avremo la dimostrazione del fatto che qualcosa c'è.



4) Gabbiani in foga alimentare ed in branchi numerosi 

La situazione più auspicabile: i gabbiani che segnalano una grossa mangianza.
In queste situazioni bisogna raggiungere il punto e trainare eseguendo larghi avvicinamenti tangenti alla "zona di disturbo". Quella che, superata la quale, la mangianza svanisce. con una doppia manovra è possibile far passare le lenze trainate proprio nel mezzo della mangianza senza doverla disturbare. In queste situazioni non bisogna essere frettolosi. Il modo migliore per affrontare una mangianza con successo è quella di mettersi a studiare la situazione a debita distanza con un binocolo. Individuare quali specie cacciano e quali sono cacciate sarà fondamentale perchè dovremo sostituire gli artificiali utilizzando la colorazione che somiglia di più al pesce foraggio.




LE ACQUE ETEROGENEE




Avremo sicuramente notato che sulla superficie del mare ci sono delle porzioni d'acqua di colore, increspatura e visibilità differente fra loro. In pratica delle masse d'acqua con differente conformazione non riescono a mischiarsi e mantengono inalterate le rispettive caratteristiche. I pesci foraggio generalmente si posizionano lungo queste linee di confine, perchè le correnti che si muovono lungo questi perimetri veicolano il cibo. I predatori attaccheranno, giocoforza, le loro prede in queste zone con una maggiore probabilità che non altrove.



Una tecnica spesso vincente è quella di trainare a ridosso di queste zone. Bisogna innanzitutto individuare quale zona d'acqua è più torbida, in modo da procedere avvalendosi del parziale occultamento sulle nostre lenze. In natura i pesci che vengono attaccati utilizzano lo stesso stratagemma per nascondersi ai predatori, viceversa anche questi ultimi si avvicinano al branco in incognito nel torbido. Insomma, la zona di torbido è quella che risulta, statisticamente, più proficua fra le due. Ovviamente non è una regola quindi sta al pescatore fare le valutazioni del caso.

A volte queste linee si interrompono oppure le zone di differente densità dell'acqua sono a chiazze. In quei casi conviene trainare facendo slalom fra le varie zone oppure attraversandole seguendo una rotta fissa.

I FONDALI

Se avete la fortuna di frequentare zone costiere in cui esistono secche, franate o vette sui fondali, è il caso di attraversare anche quelle zone. Quando i fondali risalgono o cadono molto rapidamente, il flusso d'acqua del mare è soggetto all'effetto venturi, per questo si creano correnti molto forti che offrono notevoli opportunità alimentari ai pesci foraggio che in genere stazionano a mezz'acqua. La notevole concentrazione di minutaglia attira i predatori della zona. Tuttavia, c'è da dire ad onor di cronaca che le secche sono ormai posti troppo battuti da tutti ed a tutte le ore. La capatina su questi luoghi è doverosa, tuttavia non è auspicabile insistere facendo più e più volte le passate sperando che abbocchi qualcosa.

Esistono dei sommi o delle franate che per gli stessi motivi possono essere altrettanto promettenti e molto meno note. Alcune di queste sono difficili da individuare con un ecoscandaglio e sono poco evidenti sulle carte nautiche tradizionali. Occorrerà pertanto fare delle uscite esplorative.
Nel caso di marcature importanti, memorizzate lo spot e provate a calare delle esche quando siete di passaggio. Gran parte dei pelagici sono abitudinari!




I relitti sono un altro possibile hot spot. Essi rappresentano una piccola oasi di vita sollevata dal fondo e rappresentano delle zone di caccia privilegiate per numerose specie pelagiche.



MAREE E LUNE






Le maree influenzano le abitudini dei pesci perchè sono strettamente legate ai cicli alimentari del sottocosta. L'innalzamento e l'abbassamento del livello del mare mette in funzione la macchina biologica del rimescolamento del cibo. Questi cambiamenti dipendono dalle fasi lunari, perchè il campo gravitazionale del nostro satellite naturale entra in contrasto con quello terrestre a seconda della sua posizione ed esercita l'attrazione delle masse d'acqua che si elevano. Esistono 8 fasi lunari, che formano un ciclo completo di 29 giorni circa. Esse sono:

1) Luna nuova
2) Falce crescente
3) Primo quarto
4) Luna crescente
5)Luna piena
6)Luna calante
7)Ultimo quarto
8)Falce calante

La luna compie ogni giorno un giro completo attorno alla terra, a prescindere dalla fase che attraversa, per questo nell'arco delle 24 ore si verificheranno due alte maree e due basse maree. Tuttavia, si distinguono le maree sigiziali , le quadrature di maree e le maree normali .
Le maree sigiziali si verificano due volte al mese e sono quelle più intense perchè sono il frutto dell'allineamento della luna nuova o della luna piena al sole. L'escursione fra alta e la bassa marea è la più alta e ci sono i presupposti per trovare molto più pesce sottocosta in prossimità dell'alta marea, più al largo quando c'è bassa marea.
Durante il primo e l'ultimo quarto di luna invece, il satellite non è allineato al sole ma anzi si trova nella sua massima angolazione. Per questo le maree che seguono queste fasi sono quelle più modeste, con escursioni contenute e picchi inferiori alla media.
Le restanti maree sono quelle dette normali.

Conviene sempre conoscere le fasi delle maree e le condizioni lunari prima di ogni battuta di pesca per avere un quadro della situazione più ampio. E' possibile scaricare delle app gratuite che contengono non solo le tavole delle maree ma anche le fasi lunari.



I VENTI E LE CORRENTI

Altrettanto determinanti per gli equilibri biologici di una zona sono le correnti ed i venti.
Non sempre i venti corrispondono alle correnti: può capitare che l'onda proceda nella direzione opposta rispetto al vento che soffia nel momento. Di massima, se le correnti procedono verso riva, i detriti trascinati offrono opportunità alimentari ai pesci i quali si spostano più vicini a riva richiamando i predatori. Viceversa, l'immediato sottocosta può risultare infruttuoso con correnti che spostano il nutrimento verso il largo. In condizioni di mare piatto generalmente il sottocosta è infruttuoso; tuttavia al largo si possono avvistare facilmente piccole mangianze di lanzardi, sgombri, alletterati o tombarelli che cacciano più in superficie rispetto alle giornate con mare increspato.

PESCHERECCI, BOE E CORPI GALLEGGIANTI



Spesso la maggiore concentrazione di pesce si trova al fianco dei pescherecci intenti nelle operazioni di prelievo delle risorse ittiche. Nel rispetto delle normative vigenti e del buon senso, non è sbagliato cercare di trainare in prossimità delle zone frequentate dai professionisti. Non serve andare a trainare nella loro scia o pelando le reti. Basta mantenere una distanza di 2 km in linea d'aria e provare a vedere se qualcosa abbocca. Si tratta di un espediente poco sportivo ma ben fondato.

Le boe fisse o i corpi galleggianti di considerevoli dimensioni quali tronchi d'albero, coperture di plastica, foglie di palma grossi barili o taniche alla deriva formano vere e proprie oasi nel deserto di una distesa d'acqua. Vi trovano riparo i pesci foraggio che si celano all'ombra per non palesare le loro specchiate quando il sole è alto, oppure per sfuggire agli attacchi dei predatori che non riescono a compiere balzi in prossimità di ostacoli. Trainare facendo le opportune manovre per sfiorare con le esche questi corpi galleggianti alla deriva senza passarci accanto con l'imbarcazione, può produrre i frutti auspicati.





IN DEFINITIVA

Tutti questi indizi devono essere contestualizzati secondo una certa logica ed affidandosi mano a mano al proprio intuito, tenendo presente che in mare non esistono vere e proprie regole. Le tattiche adottate dai pescatori che leggono i segnali del mare sono solo dei calcoli puramente probabilistici. Cambiano in base ai luoghi, alle circostanze, al meteo, all'acidità delle acque, ai livelli di salinità, ai cicli riproduttivi dei molluschi, dei coralli e delle alghe....insomma ci sarebbero un'infinità di altre variabili che sarebbero impossibili da considerare salvo che non si vogliano conseguire 10 lauree, portandosi a bordo un laboratorio professionale di analisi e perdendo ore in estenuanti calcoli per andare a pescare un paio di orette in tranquillità.